Il Progetto MODERN – Modelli Architetturali per la Definizione, l’Esecuzione e la Riconfigurazione di Processi User-Centric nell’Impresa 2.0 – ha come obiettivo principale quello di introdurre nelle imprese nuove metodologie e modelli utili a supportare coerentemente l’innovazione di processo e capaci di condurre alla semplificazione dell’erogazione di servizi, sia verso attori interni, sia verso attori esterni secondo il paradigma dell’Enterprise 2.0.
Si propone come obiettivo la definizione di soluzioni architetturali abilitanti l’esecuzione e la riconfigurazione di processi user-centric, metodologie e tecniche per la condivisione della conoscenza e la collaborazione nella Open Enterprise2 e prototipi delle soluzioni architetturali definite. Il progetto, che presenta una forte connotazione di Ricerca Industriale, affronterà una serie di tematiche come ad esempio la definizione, l’orchestrazione e il delivery dei servizi, l’accesso e la composizione user-oriented dei servizi, la rappresentazione e l’organizzazione della conoscenza, i pattern “sociali” per l’interazione utente e la condivisione della conoscenza, la riconfigurabilità dei processi user-centric.
Tutte le tematiche di ricerca affrontate saranno tese alla modellazione di nuove soluzioni architetturali che diano concretezza e omogeneità al paradigma, ai principi, agli strumenti e alle tecnologie che sono comunemente inclusi nel “calderone” indicato come Enterprise 2.0. Tali soluzioni confluiranno nella definizione di un modello di Adaptive Enterprise Architecture3 che terrà conto, in maniera integrata, anche delle esigenze emergenti relative a Social Network & Community e al Semantic Web realizzando una Extended Adaptive Enterprise Architecture. I risultati attesi dal progetto sono, quindi, molteplici e strettamente correlati tra di
loro. Ricordiamo, tra gli altri, la definizione di un modello architetturale che, riorganizzando i Sistemi Informativi aziendali in maniera tale da esporre le funzionalità come servizi, sia in grado, attraverso i pattern e le tecniche del Web 2.0, di abilitare nuove forme di collaborazione e di condivisione della conoscenza. Inoltre, l’utilizzo di tecniche di rappresentazione della conoscenza, ereditate dal Semantic Web ed opportunamente estese ed incluse nei modelli definiti, abiliterà sia forme di interoperabilità e cooperazione applicativa, sia un’organizzazione della conoscenza prodotta e condivisa attraverso tecniche sociali (Web 2.0). Infine, dal punto di vista del mercato, l’innovazione coinvolgerà soprattutto gli ambiti applicativi relativi a Adaptive Enterprise Architecture e Social Network & Community, per i quali il trend degli investimenti da parte delle aziende è in crescita.
Il paradigma
dell’Enterprise 2.0 sta progressivamente modificando il modo di concepire i Sistemi Informativi aziendali e di conseguenza i loro confini e la loro stessa architettura: dall’essere fortemente incentrati sull’automazione e il supporto di processi strutturati, si stanno sempre più orientando a supportare attività attraverso le quali produrre ed elaborare informazioni de-strutturate. Nell’impossibilità di “rinchiudere” tali attività in processi automatizzati, l’attenzione si è spostata sull’individuo per migliorarne le capacità di utilizzare le risorse che l’azienda (vista come ecosistema di individui con le proprie conoscenze e competenze, di sistemi informativi, etc.) e l’ambiente esterno mettono a disposizione creando così le migliori condizioni lavorative in ogni situazione e attraverso diversi mezzi e canali. Allo stesso tempo, l’attuale stato del Web denominato Web 2.0 ha contribuito notevolmente a sviluppare, negli individui, nuovi bisogni di interazione con i servizi che sono sempre di più usercentric, aperti e con controllo limitato.
La sfida per le imprese diventa quella di evitare la frammentazione per armonizzare i nuovi strumenti di comunicazione e collaborazione e integrarli in maniera incrementale con i Sistemi Informativi aziendali. Da qui nasce l’esigenza di rivisitare l’architettura dei Sistemi Informativi aziendali i cui modelli organizzativi non andranno accantonati, ma adattati al contesto competitivo attuale. Fare proprio il paradigma dell’Enterprise 2.0 vuol dire assecondare i nuovi bisogni delle persone che, grazie all’enorme consenso acquisito dagli strumenti del Web 2.0, non possono più essere “limitate” all’interno dei confini dell’organizzazione tradizionale. Questi bisogni emergenti, cui l’Enterprise 2.0 cerca di dare una risposta, possono essere raggruppati in sei dimensioni fondamentali: social networking, conoscenza in rete, collaborazione emergente, riconfigurabilità adattiva, global mobility, appartenenza aperta. Al fine di vincere le sfide succitate, sono necessarie un’innovazione metodologica ed una serie di tecnologie abilitanti che siano tali da fornire valore aggiunto ai processi aziendali e migliore qualità del servizio per l’utenza esterna.
Il progetto parte dal paradigma dell’Enterprise 2.0 e mira a estenderlo e concretizzarlo attraverso una serie di modelli, metodologie, tecniche e tecnologie abilitanti per capitalizzare al meglio (in termini di riduzione di costi e tempi dei processi aziendali e della loro riconfigurazione) il valore intangibile di un’impresa rappresentato dalla conoscenza degli attori interni ed esterni, quali, ad esempio, i clienti (utenza finale) che possono contribuire notevolmente (attraverso commenti, pareri, idee, etc.) all’improvement dei processi e dei servizi offerti dall’impresa. In conclusione, il paradigma dell’Enterprise 2.0 “suggerisce” una serie di tecnologie e pattern da utilizzare nell’impresa e lascia intravedere delle modifiche all’assetto organizzativo e ai flussi interni ed esterni all’azienda. I requisiti di un modello architetturale capace di supportare i cardini dell’Enterprise 2.0 sono soltanto descritti. Quello che al momento manca è, appunto, la definizione del suddetto modello che sarà oggetto di studio della presente iniziativa.